venerdì 24 aprile 2015

L'ERRORE DI CONTROGIOCO (di Roberto Farioli Gazzotti)




Puerto Escondido, 
23 Aprile, dell'Anno del Signore, 2015, Giovedì, San Giorgio



  Carissimo Max, come promesso Ti invio il mio "aneddoto bridgistico" dedicato agli errori nel gioco (mio ultimo prima della mia partenza per il Bel Paese).

  Grazie Roberto, da parte di tutti i soci dell'ASBG, ti aspettiamo al circolo per trascorrere insieme bei momenti di amicizia.



L'ERRORE DI CONTROGIOCO.



Fedele alla promessa fatta, ecco l'errore mio (tra i tanti altri) di controgioco che difficilmente finirà nel dimenticatoio. Farò una premessa che riguarda gli scarti: personalmente io preferisco (e così gioco con l'impareggiabile Carla Soldati) alto/basso nel gioco ad atout, e pari/dispari (Lavinthal) in quello a NT. Conto della carta dritto  quando giochiamo noi  la carta, rovesciato, quando la muove il giocante. La maggioranza dei bridgisti predilige il pari/dispari, in ogni occasione, che per me (opinione del tutto personale) pregiudica un poco il conto della carta.

       

Giocavo, alcuni lustri orsono,  al Circolo della Giudecca con un ottimo amico bridgista ferrarese (la città estense è stata sempre caratterizzata da eccellenti giocatori), con il quale  eravamo  d'accordo su un "universale" pari/dispari. Tutti in prima, il mio apre di 1NT, alla mia dritta un imperioso 4, e poi tutti passano. Le mie carte:


4 2 J 8 2 Q 9 6 5 3   J 10 8



Avendo "di fronte" l'apertura di 1NT, l'attacco non è mai, per così dire, "proibitivo". Il partner ha 15/17 bilanciati, con "qualcosa", presumibilmente dappertutto.

Escludo l'attacco in atout (potevo "mettere sotto" il mio; escludo quello di (l'attacco sotto valletto è spessissimo deleterio, come quello sotto l'asso).

Mi restava l'attacco a , (una lunga con tante probabilità di trovare della "robina" dall'altro lato) ovvero quello a (una sequenza pressoché compatta).

Preferii questa ultima opzione e misi quindi in tavola il valletto di .  

Tracotante scese il morto con:



8 3 K 7 4 10 7 4 2 K 6 4 2



Il "dummy" liscia, il mio porge (con lievissima esitazione, il 9, e il giocante presenta il 3. A questo punto, fuorviato da quel disparissimo 9, e dall'essere restato in presa, automaticamente proseguii con il 10, e la frittata (o, se preferite l'omelette) fu fatta: Il "vivo" sul 7 del "mio", prese di Asso, giocò 5 al K del morto, tutti rispondono, la quarta carta del seme (il 4 di ) è bonificato.

Giocò l'Asso di , ed entrò trionFalmente al morto ( divise) con l'8 di , scartando una perdente di , sull'ultima . Totale: 7 prese a e 3 a .

Le carte del vivo:



A K Q J 10 9 6 9 5 3 -   A 5 3



Carte del mio povero compagno ferrarese



7 5 A Q 10 6 A K J 8 Q 9 7



Non dovevo continuare a  : quel 9, pur essendo "dispari” era una "disperata" chiamata a ! Non c'era fretta di incassare le , Il morto non presentava "perigli" di scarto. Dovevo assolutamente virare a , e con il valletto, per non incartare il compagno, per poi proseguire (con l'8, conto dei residui)  sì da comunicare al mio, se c'erano tre carte a , da incassare, ovvero se due a e un'eventuale a (qualora io avessi avuto una in più e una in meno!) In realtà il controgioco non era facile, ma bastava soffermarvici un tantino.

L'amico estense, vero gentleman, mi disse solamente: "io, al posto Tuo, avrei fatto lo stesso!"

Cosa che nel bridge non si verifica tanto facilmente!


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